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  • Roma, la Formula E corre nel 2018: ecco il circuito ufficiale all’Eur

    25 settimane al via


    Il 14 aprile del 2018 si corre a Roma il primo e-prix (così si chiamano le gare delle monoposto elettriche), la Capitale apre il calendario europeo poi si andrà a Parigi, Berlino e a Zurigo per chiudere la stagione a New York e a Montreal. Il circuito è stato svelato oggi. Due chilometri e 800 metri. Mancano 25 settimane al via, ma prende dunque corpo il tracciato dell’unica tappa italiana della Formula E che ha scelto le strade del quartiere romano dell’Eur. La Formula E romana sarà trasmessa in chiaro dalle Reti Mediaset. 

     

    Biglietti a 35 euro, gli under 16 pagano 1 euro


    Le monoposto elettriche si sfideranno su un tracciato di quasi tre chilometri con 19 giri da 1,21 minuti ciascuno che si snoderà intorno ai capolavori razionalisti dell’Eur: partenza da viale Cristoforo Colombo e arrivo dopo il Palazzo dei Congressi, dove sarà allestita l’area pit stop. Secondo quanto annunciato già nei mesi scorsi, il podio per la premiazione verrà posizionato vicino all’obelisco di piazza Marconi e la «Nuvola» ospiterà l’eVillage, destinato non solo agli atleti ma anche all’intrattenimento e alla multimedialità. Il pubblico pagante sarà di circa 15 mila persone: il prezzo del biglietto sarà di 35 euro, gli under 16 pagheranno invece 1 euro. Si prevedono poi circa 40 mila persone che assisteranno gratuitamente alla gara in aree allestite nei parchi.

     

    Nato per scommessa


    È la quarta stagione del campionato di Formula E, nato da una scommessa di Alejandro Agag. Il genero dell’ex premier spagnolo José Aznar aveva intuito le potenzialità delle competizioni ecologiche, ma quando ha iniziato gli ostacoli tecnologici erano enormi e le possibilità di successo scarse. L’allora patron della Formula 1, Bernie Ecclestone, gli aveva detto: «Lascia perdere». In pochi credevano che quest’avventura sarebbe durata e invece la Formula E interessa alle più importanti case automobilistiche del mondo. Perché il travaso di tecnologie dal mondo racing a quello della strada è veloce, e consente di testare al massimo le batterie.

     

    La corsa dei costruttori all’auto ecologica


    Renault, Citroen (attraverso il marchio DS), Jaguar e Mahindra sono costruttori già presenti. Alla lista si aggiungono quest’anno Audi e, a breve arriverà anche Nissan. E questo è solo inizio: perché entro due anni, quando debutteranno le pile di nuova generazione con maggiore autonomia che consentiranno ai team di disputare un Gp intero senza dover cambiare macchina «al volo» come avviene adesso, si uniranno anche Mercedes e Porsche. I due colossi tedeschi hanno deciso di abbandonare corse tradizionali per abbracciare la sfida elettrica: la Mercedes si è ritirata dal Dtm (campionato Gt che all’epoca d’oro era più seguito del calcio in Germania), la Porsche dal Mondiale di durata e dalla mitica 24 ore di Le Mans.

     

    Si corre solo in città


    Correre nel cuore delle metropoli – e non negli autodromi come fa la F1- è una scelta obbligata: il pubblico è diverso da quello del motorsport e le vetture non sono in grado di reggere il confronto, a livello di pure prestazioni, con quelle spinte da motori a benzina. Con un pieno di elettricità si toccano al massimo i 250 km/h, nell’ultimo Gran Premio d’Italia, Lewis Hamilton ha vinto a Monza viaggiando per 53 giri a una media di 243 chilometri orari. Pianeti diversi.

     

    «Fanboost», la spinta dei tifosi


    Com’è fatta una monoposto di Formula E? Lunghezza: 5 metri Larghezza 1,8 metri Potenza 200 kW (corrispondenti a 280 Cv) Peso: 888 kg Velocità massima: 250 km/h. E, per chi non è proprio esperto del settore, è bene sapere che in nessun altro sport il ruolo del pubblico è così incisivo. Con il «Fanboost» i supporter, attraverso un sondaggio su internet, decidono a chi assegnare un surplus di energia da utilizzare per pochi secondi in gara. Sono cinquanta cavalli in più, che spesso sono stati decisivi.

     

    L’unico italiano in pista


    La stagione 2016-17 è andata a Lucas Di Grassi: 34 anni, il brasiliano del team Audi-Abt , porta nel cognome le sue origini italiane (il papà è di Polignano a Mare). Da quest’anno torna in pista un pilota italiano al 100%: è Luca Filippi, vice campione del mondo della Gp2 (nel 2011), con una lunga esperienza nella Indycar americana. Classe 1985, cuneese, è sotto contratto con il team cinese Nio.

     

    Il Gran Premio e la Capitale


    Dopo la bocciatura dell’Olimpiade e l’iter sofferto per la realizzazione dello Stadio della Roma, la tappa internazionale della Formula E diventa - di fatto - l’unico grande evento sportivo che si svolgerà a breve sul territorio capitolino. E l’unico della giunta a 5 Stelle di Virginia Raggi. Si tratta di una tipologia di evento che possiede diverse caratteristiche per interessare la giunta Cinque Stelle, la matrice «green», come si diceva la formula elettrica è a impatto zero, quale miglior spot (e per di più su scala internazionale) per promuovere la mobilità eco-sostenibile in una Capitale strozzata dal traffico. Non è tutto. Gli organizzatori hanno più volte sottolineato come si tratti di uno di quegli eventi definiti «chiavi in mano», ovvero eventi che richiedono impegno assai ridotto sotto il profilo delle strutture per la loro realizzazione. «Non possiamo considerare la città di Roma come un museo a cielo aperto, Roma deve essere leader nel campo dell’innovazione - ha spiegato la sindaca Virginia Raggi - E la Formula E è un’occasione per dimostrare che è possibile. Non potevamo non accettare questa sfida: portare a Roma un grandissimo evento sportivo e una visione di mondo che è la nostra».

     

    L’indotto


    L’accordo per l’E-Prix, perfezionato ad aprile 2017 dalla giunta Raggi con l’assessore allo Sport Daniele Frongia, ha durata quinquennale. Dalle parti del Campidoglio hanno già stimato il possibile indotto dell’evento: circa 60 milioni di euro. Soldi che saranno investiti, sempre secondo gli annunci dell’amministrazione, nel rifacimento delle strade del quartiere Eur, per implementare la presenza di colonnine e auto elettriche (700 entro il 2020), insomma per migliorare la mobilità sostenibile nella Capitale. Si stima anche che l’evento porterà a Roma 30/40 mila turisti in più.

     

    La «vetrina» internazionale


    E poi c’è la ricaduta positiva in termini di visibilità, altro tassello evidenziato dall’amministrazione. Un evento internazionale di questo tipo assicura un’ottima visibilità dato che le corse delle monoposto elettriche hanno un bacino di quasi 200 milioni di spettatori in tutto il mondo.

     

    L’iter di realizzazione del progetto


    Il progetto, calibrato sullo studio di fattibilità degli organizzatori con il benestare di Eur spa, era stato approvato il 20 aprile 2017 dall’Assemblea capitolina facendo scomparire le città che gareggiavano con Roma per l’assegnazione della tappa italiana (anche Siena e Milano tra le candidate). Ma il primo studio risale al 2012 quando Alejandro Agag, «promoter» della E-prinx, provò a proporre l’evento alla giunta guidata da Gianni Alemanno immaginando un tracciato attorno al Circo Massimo e a Caracalla, un problema visto il fondo di sampietrini. All’epoca ci fu anche una dimostrazione intorno al Colosseo, ma poi non se ne fece nulla.


    Gli investimenti e gli introiti


    Quanto dovrà sborsare il Comune di Roma per la realizzazione dell’evento? Niente. L’investimento di 10 milioni di euro sarà tutto a carico della Fia, la Federazione internazionale dell’Automobile. Il Campidoglio fornirà i servizi essenziali, ovvero la pulizia delle strade alla gestione della viabilità nei giorni della manifestazione che, in ogni modo, metterà in difficoltà la mobilità dei cittadini romani in tutto il quadrante sud della Capitale. Offrirà supporto logistico anche Eur Spa, società (controllata al 90% dal ministero dell’Economia) che gestisce il business district romano, e che mette a disposizione anche le sue strutture. A Eur Spa andrà il 20% della bigliettazione, il resto alla Formula E. Numeri che cominciano a prendere corpo, ora che il circuito è una realtà.