Già oggi l’auto elettrica inquina meno del diesel, considerando il mix energetico attuale da cui si riforniscono le vetture plug-in: un recente studio di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) conferma sostanzialmente i dati riportati lo scorso novembre dall’Agenzia europea per l’ambiente.
In sintesi, quei dati dicevano che le emissioni di CO2 “dal pozzo alla ruota” delle auto alimentate dalle batterie, nel complesso, sono inferiori fino al 30% rispetto ai veicoli con motori a combustione interna; tale stima riguardava il solo mercato europeo e quindi teneva conto del mix medio di produzione di energia elettrica nel nostro continente.
Secondo BNEF, le emissioni di anidride carbonica nel ciclo di vita di un’auto elettrica in media nel 2018 erano più basse del 40% in confronto alle vetture tradizionali, su scala globale.
La differenza aumenta o si riduce, in base alle aree geografiche di riferimento.
Ad esempio, osserva BNEF, il vantaggio ecologico dei veicoli plug-in è particolarmente elevato in Gran Bretagna, dove negli ultimi anni il carbone è stato quasi azzerato dalla generazione di elettricità con rinnovabili e gas naturale.
Al contrario, la differenza elettrico vs combustione interna, in termini di emissioni di CO2 dal pozzo alla ruota, è ancora minima in Cina, perché nel colosso asiatico si produce una fetta preponderante di energia con il carbone.
Anche qui, comunque, il veicolo 100% elettrico sul ciclo di vita è più “pulito” di un’auto convenzionale.
E nei prossimi anni, evidenziano gli analisti di BNEF, i benefici ambientali della mobilità plug-in continueranno a crescere a livello mondiale, grazie alla progressiva de-carbonizzazione delle reti elettriche nella maggior parte dei paesi, con una diffusione sempre più massiccia delle fonti rinnovabili.
L’elettricità a zero emissioni, infatti, secondo le proiezioni di BNEF arriverà al 63% circa del mix energetico planetario nel 2040. Così le emissioni medie dei veicoli a batterie (BEV, Battery Electric Vehicles) diminuiranno del 3-10% l’anno.
In tutti i paesi esaminati, l’energia prelevata dalla rete e impiegata per ricaricare le batterie diventerà sempre più “verde”, permettendo in tal modo di abbattere il contenuto di CO2 per ciascun miglio percorso.