Negazionisti climatici a parte, tutti quanti sono concordi nell’affermare la pericolosità del cambiamento climatico e le enormi responsabilità dell’uomo. Proprio per questo motivo, ormai da diversi anni, le associazioni ambientaliste e la comunità scientifica si battono affinché le principali fonti di inquinamento vengano via via eliminate, a partire dalle emissioni nocive provenienti dai trasporti. Stando ad uno studio della Lancet Commission on Pollution and Health, per esempio, l’inquinamento atmosferico è responsabile di 6,5 milioni morti all’anno. Ovviamente si parla dell’inquinamento prodotto dalle più svariate attività umane, ma non c’è ovviamente dubbio che il mondo dei trasporti costituisca uno dei problemi principali. Di fronte a queste evidenze, come siamo messi sul cammino della transizione alla mobilità elettrica, e quindi verso un nuovo modo di muoversi a zero emissioni?
12 grandi città puntano al trasporto pubblico elettrico
Ebbene, basta guardare lungo le nostre strade per vedere che no, per ora la fetta di veicoli ibridi o elettrici è minoritaria, quasi invisibile. Eppure in alcuni casi ci sono delle solide iniziative a favore della transizione alla mobilità elettrica, a partire dal trasporto pubblico. Alcune grandi città – esattamente 12, secondo Electrek – hanno iniziato a sostituire i propri bus inquinanti con dei veicoli elettrici, puntando a poter contare solo su questi ultimi entro il 2025. Le città in questione sono Londra, Parigi, Los Angeles, Copenhagen, Barcellona, Quito, Vancouver, Città del Messico, Seattle, Auckland, Città del Capo e, per l’Italia, Milano. É particolarmente orgoglioso dell’iniziativa il sindaco londinese Sadiq Khan:
«sono incredibilmente fiero di aver introdotto, a Londra, il pionieristico T-Charge, il più rigido standard per le emissioni al mondo, il quale ci aiuterà a diminuire il numero di veicoli inquinanti che circolano sulle nostre strade. Stiamo guidando questa battaglia per pulire la nostra aria e proteggere i nostri cittadini dalle devastanti conseguenze del cambiamento climatico».
Cosa significa avere un trasporto pubblico a zero emissioni?
Per quanto riguarda la transizione alla mobilità elettrica del sistema dei trasporti pubblici, del resto, ogni città sta agendo seguendo le proprie peculiari direttive. Los Angeles, per esempio, nel 2011 aveva già tolto dalle strade l’ultimo dei suoi bus alimentati a diesel, e oggi può contare su una flotta di 95 corriere elettriche. Ma non si parla solo del trasporto su ruota: anche la metropolitana di Los Angeles diventerà presto – entro il 2030 – a zero emissioni. Il significato della transizione alla mobilità elettrica del sistema di trasporto pubblico, del resto, è ben più che simbolico. Stando ai calcoli del Dipartimento statunitense dei trasporti, rimpiazzare un bus a gasolio con un nuovo modello elettrico a zero emissioni equivale a togliere dalla strada 27 automobili inquinanti.
Ma come si stanno muovendo i singoli Paesi per dare concretamente il via alla loro transizione alla mobilità elettrica? Ecco alcune iniziative particolarmente interessanti all’infuori dell’Italia:
India
Partiamo dal continente asiatico. L’India ha già annunciato che, per garantire una veloce transizione alla mobilità elettrica, a partire dal 2030 nel Paese verranno venduti solo veicoli di questo tipo. Di certo questo obiettivo è molto ambizioso, guardando soprattutto al fatto che l’India per ora manca quasi del tutto delle infrastrutture atte a supportare un parco di automobili a batteria.
Cina
Anche la Repubblica popolare cinese ha dichiarato che nei prossimi anni metterà al bando la vendita di tutti i veicoli inquinanti ma, a differenza dell’India, non ha ancora specificato un limite temporale preciso. L’iniziativa cinese sembra in ogni caso più solida: il Paese è infatti il più grande produttore a livello mondiale di automobili plug-in. Nello specifico, il 40% delle automobili elettriche vendute a livello mondiale nel 2016 è stato prodotto proprio in Cina.
Norvegia
Diamo un’occhiata ai casi virtuosi europei: la Norvegia ha deciso di vendere unicamente veicoli elettrici ed ibridi a partire dal 2030. Già adesso, del resto, il paese scandinavo si piazza davanti a tutti gli altri quanto a progressione verso la transizione alla mobilità elettrica. Nel 2016, stando alle cifre IEA, le automobili elettriche e ibride rappresentavano il 28% del mercato automobilistico norvegese.
Olanda
C’è invece più fretta in Olanda, dove si è deciso di vendere unicamente automobili elettriche entro il 2025. Pur non potendo vantare i livelli norvegesi, anche il mercato olandese ha già iniziato ad aprirsi seriamente ai veicoli elettrici: i veicoli a batteria e le automobili ibride costituivano infatti il 6% del mercato nazionale del 2016.
Francia
La Francia ha dichiarato pubblicamente di voler diventare carbon neutral entro il 2050. Per poter raggiungere questo risultato, nel Paese saranno vietate le vendite di automobili inquinanti nel 2040, eliminandole progressivamente già a partire dal 2030. Nel 2016 i veicoli elettrici ed ibridi coprivano l’1,4% del mercato francese.
Regno Unito
Anche qui si punta a vietare la vendita di automobili a benzina e a diesel a partire dal 2040. A fare da apripista sarà la città di Oxford, la quale inizierà ad eliminare progressivamente i veicoli inquinanti a partire dal 2020. La Scozia, da parte sua, ha già pianificato di eliminare i mezzi di trasporto inquinanti entro il 2032.